venerdì 8 aprile 2011

Forza Napoli!


Il napoli é terzo in classifica ad un passo dalla vetta.
Fior fior di amici radicati sul territorio che mi cantano eccitati, emozionati, le gesta dei loro 11 eroi.
Il calcio come rivalsa, come rivendicazione di un'identitá, come oppio capace di distrarre l'attenzione dalle tonnellate di monnezza di nuovo nelle strade, dalla camorra infiltrata in ogni angolo del bene comune, dalla pochezza di una vita dal futuro incerto e dal presente oscuro, dalle compravendite arbitrali che non sono mai uscite di moda.

Mi ricorda molto il mondiale del '78 in argentina, che ovviamente non ho vissuto in prima persona, ma che ha lasciato il segno.
Qualche sera fa ero a cena con amici argentini ed un amico di un amico mi ha raccontanto di quando durante il mondiale lui aveva 13 anni.
Il padre lo portó fuori, per strada, quando l'argentina divenne campione del mondo e la gente si riversó gridando gioia per ogni avenida e calle, solo lui era triste: "non c'é nulla da festeggiare" gli disse.

giovedì 17 febbraio 2011

Argentina Vegetariana

Parlare di dieta vegetariana ed Argentina nello stesso momento puó essere difficile ma non impossibile.

Nell'impero mondiale della carne (gli argentini attribuiscono questo nome soltanto alla carne di vacca, per intenderci il pollo é semplicemente pollo, non é carne) si muovono, timide ma forti, diverse realtá orientate ad una dieta priva di animali morti.

Durante le feste in molti avranno notato per le strade di Buenos Aires il manifesto qui riportato che ritrae Nicolas Pauls, attore e musico, fermo sostenitore della causa vegetariana prima e vegana poi.

Il sito della Unione Vegetariana Argentina é un pozzo di informazioni per chi volesse sapere di piú sui motivi salutistici, etici e politici che spingono sempre piú persone verso questa scelta.

Per chi invece volesse provare con bocca qualche piatto vegetariano anche solo per disintossicarsi dalle grandi abbuffate di carne la scelta porteña esiste.

Qui ce ne sono alcuni, manca Buenos Aires Verde che é il mio preferito anche se utlimamente un po' caro, e come sempre c'é la Guia Oleo che sostituisce la parola vegetariana con natural piú digeribile per i palati argentini.

mercoledì 18 novembre 2009

Sfogliatella



Il napoletano ovunque vada resta collegato a napoli da tre fili invisibili: uno parte dalla bocca, uno dal cuore ed uno dal culo.
Se vi trovate a Buenos Aires e vi dovesse tirare la bocca, fate un salto alla 'pasta frola', una confiteria, che poi sarebbe la pasticceria, che già dal mega cartellone su corientes recita "sfogliatelle e pasticciotti".
Non ho ben capito cosa siano i pasticciotti, ma assicuro che la qualità delle sfogliatelle è davvero alta.
Nelle antiche vetrine (la pasticceria l'anno prossimo compie 100 anni) stanno in bella mostra anche choux e babà, voi tirate avanti verso le sfogliatelle e non vi fate illudere, tengono una bella faccia ma in bocca sono una ciofeca.
Il problema grosso è che qui ancora non hanno capito che i dolci freschi, fatti di burro o crema che sia andrebbero conservati in un banco frigo e non in una semplice vetrina che per forza nell'arco delle 24 ore inrancidisce ogni sapore.

martedì 10 novembre 2009

Lotto?

Domenica è successa una tipica cosa napulegna, uno sgarro dai dettagli da lotto che mi ha fatto scoprire come funziona il lotto argentino. Potete leggerlo qui













lunedì 2 novembre 2009

Orgoglio Bapoletano

L'orgoglio è il condensato di tutto quanto si può andare fieri, quello stato d'animo risvegliato da un'eccellenza, una supremazia, in uno o più campi dell'essere e/o dell'avere umani.
L'orgoglio è una gabbia, una scatola chiusa che non si può aprire, che è vuota ma che vale la pena custodire gelosamente, senza guardarci dentro, per scaldarsi quando fa freddo e trovare una risposta plausibile a domande che non piacciono.
L'orgoglio dei popoli fa comodo al solito qualcuno, aizza le masse, le une contro le altre, e quando la polvere è alta via a fottere in ogni lato, in ogni modo, l'ogoglioso supino e l'orgogliente gaudioso.

Io ho vissuto per anni l'orgoglio napoletano, non quello calcistico, non solo. Quella sensazione che ti inietta adrenalina nei muscoli e ti fa essere sicuro di essere nel posto più bello al mondo, che stuort' o muort' con tutti i suoi problemi resta sempre unico, degno di tanti sacrifici e privazioni.Cresci con questa scatola attaccata al collo, la curi manco fosse un tamagochi, ci attacchi sopra scritte e frasi fatte, poi un giorno oltrepassi i patri confini e ti chiedi per la prima volta cosa ci sia davvero dentro.

Che delusione quando apri la scatola e capisci che è vuota, che ti hanno mentito, che in realtà bisognerebbe essere orgogliosi solo delle propire buone azioni, e non di quello che presuppostamente si è e si ha per diritto di anagrafe.Ti liberi della scatola ma ti resta il vuoto, soffocante.

Quando provi a parlarne con i napoletani, i miei amici, le persone con cui sono cresciuto, quelle che incontri per strada, di diverse estrazioni sociali e culturali, il commneto più frequente è " vabbè ma tu te ne si ghiut' nun può parlà", come a dire che una volta aperta la scatola non si ha più diritto a giocare nè tanto meno a rompere le palle agli altri lanciandogli messaggi subliminali del tipo che per esempio che si può vivere anche senza friarielli, che in argentina la pizza fa schifo ma per gli argentini è la pizza più buona del mondo, che è vero che tutto il mondo è paese ma che la merda che la politica ha fatto a napoli negli ultimi 20 anni non l'ha fatta in nessun'altra parte d'europa, che non è vero che se cadi a bergamo nessuno ti da una mano e se cadi a napoli c'è la fila di persone pronte ad alzarti, che non è vero che al nord non hanno il senso dell'umorismo,che non è vero che se vuoi avviare un'attività in proprio devi per forza pagare il pizzo, che non è vero che Napoli è l'unica Napoli possibile.

Essere napoletano diventa spesso un alibi ed uno strumento di difesa, un auto assoluzione ed un 'ultima speranza.
Il napoletano si difende ponendo le spalle al vesuvio, come fosse un padre in cui si vuole credere ma di cui non ci si può fidare. Così i porteni danno le spalle al Rio, al barco, all'europa da cui discendono e da cui sono stati abbandonati, e si difendono, da un sudamerica che non gli è proprio ed al quale non vorrebbero mai essere associati per paura di appartenere ad una negra normalità.

Io sono di quei napoletani innamorati di napoli, incazzati con napoli e con i napoletani e quindi anche con me stesso.Mi sento spesso come deve sentirsi un collaboratore di giustizia nei confronti di quelli che erano i suoi complici nel malaffare, ripudiato, abbandonato, per aver commesso il reato di aprire quella scatola, aver scoperchiato l'ovvio, aver svuotato l'orgoglio.

Forse rinunciare a quella scatola potrebbe voler dire guardarsi dentro e riscoprire le cose belle che dalla scatola stanno fuori e di cui sì si può essere veramente orgogliosi, ma se nessuno lo fa forse queste cose non ci sono e andrebbero costruite da zero, ma tornare a zero è difficile e forse ci può riuscire solo o' reset.

Meglio di mille parole una canzone


giovedì 24 settembre 2009

Batman

Il predominio della cultura nordamericana nel mondo è acclarato per esempio dal riconoscimento globale di alcune icone propagandistiche quali i super eroi, condensato di sogno americano atti a garantire sicurezza, giustizia e la vittoria del bene.
Se la chiesa cattolica è sempre stata vincente perchè ha saputo avvolgere le culture locali in un robusto sistema di credenze capace di adattarsi a tutti, dai filippini a puteolani, con batman è accaduto il contrario.

Tutto questo cappello, o cappella a seconda del lettore, per dire che alla fine i simboli stigmatizzati della subcultura predominante sono stati trasformati in pochi passi in un ritratto parodia dei tick di ogni popolo.

In questo Napoli e Buenos Aires sono inconsapevoli gemelle.Ci sono interi show fatti con poco e niente, fatti soltanto di un costume e un chiste, quasi sempre ispirato dalla possibilità di fare di un difetto un pregio, o almeno uno spunto per una risata.




lunedì 21 settembre 2009

Largentina.org




E' da un po che sono entrato a far parte del team del guru (tanoka.net), e niente continuo a scrivere qui cose più pertinenti alle analogie napoletanoportene, lì considerazioni più a largo spettro sulla vita argentina. Vi consiglio di dargli una letta. Ma 'vi' consiglio a chi poi? c'è qualcuno lì fuori che legge? boh.

giovedì 17 settembre 2009

Targhe napoletane




A Buenos Aires come a Napoli, la gente gira su due ruote con il casco slacciato, il che non ha senso alcuno perchè una volta che il casco te lo sei messo ma che sfaccetta ti costa legarlo?
A Buenos Aires, come a Napoli un po di tempo fa, le targhe dei motorini sono lo specchio della legalità.
Io mi ricordo quando era comune sporcare un numero della targa del vespone
in modo che un sei diventasse un 8 visto da lontano, o quando ci si allontanava da un vigile all'angolo allungando a mo di contorsionista il piede fin sopra alla targa per coprirla casualemente.
Qui sotto alcune foto di targhe nelle quali mi sono imbattuto. Si va da quella montata storta, molto comune, a quella praticamente illeggibile, fino a quella montata in maniera geniale nella parte interna del parafango.
Applausi.





martedì 25 agosto 2009

Teorema di Stanlio e Olio


Ipotesi
Se Stan Laurel ed Oliver Hardy, al secolo Stan y Ollie, sono conosciuti in italia con il nome di Stanlio e Olio, a Napoli diventano "o' sicc e o' chiatt'" e in argentina "el flaco y el gordo",
Tesi
Allora Napoli è più vicina a Buenos Aires che a Roma

Napoli o Buneos Aires?















Ecco una di quelle notizie che ti fa capire, mentre scrolli le spalle, perchè alla fine il problema non è il tuo, che Napoli è come Buenos Aires, ed in entrambi i casi il fatto che al cimitero Lopez ci fossero dei funzionari che intascavano i soldi e invece di cremare i morti li accatastavano in un deposito restituendo ceneri fasulle ai familairi, non sconvolge nessuno.
Se tutti gli ingranaggi del sistema sono sgangherati perchè allora uno dovrebbe aspettarsi che funzionino?