mercoledì 28 gennaio 2009

Comida - la carne


Mangiare in argentina significa fondamentalmente mangiare carne. E mangiare carne in argentina significa fondamentalmente mangiare carne alla griglia, che poi qui si chiama parrilla.
Quindi qui è fondamentale avere una parrilla a casa e qualcuno che la sappia utilizzare.
Eh si perchè le fette di carne argentine sono proprio come uno se le immagina.
Dei mamuozzi di questa maniera che difficilmente ci si riesce a scendere da soli.La carne si scioglie in bocca e cucinarla, come dice Peter (grande asador olandese ormai trapiantato a buenos aires), è un'arte.Fare l'asado (l'arrosto) richiede un fuoco lento lento ma costante ed attenzione dell'asador continua. Questo almeno è quello che accade quando i porteni si riuniscono in casa. Più in generale ci sono tanti ristoranti di parrilla a buenos aires quante pizzerie a napoli, e lì, su queste enormi braci, ovviamente i tempi non possono essere così lunghi, nonostante la carne sia egualmente saporita.

Bife de lomo, bife de chorizo, asado de
tira, sono i nomi dei pezzi di carne serviti spesso e volentieri con papas fritas (patate fritte) quasi sempre fresche saporite e genuine (le patate congelate sono cosa rara).

La brutta notizia è che finora pare non esistano molte altre ricette.
Certo c'è la cotoletta alla milanese, qui chiamata semplicemente "milanesa", molto buona e disponibile anche nella solita variazione "napolitana" (qui napolitana significa che alla ricetta base si aggiunge pomodoro e origano.Con questa semplice regola possono fare anche la nonna alla napolitana).
In generale comunque si va
al ristorante per mangiare la parrilla (a meno che non si va in uno dei tanti ristoranti con cucina da tutto il mondo).
Appena avrò una cucina tutta mia l'obiettivo sarà sperimentare ricette napoletane con carne argentina, vedì ragù e genovese in primis.

La dieta a base di carne per quanto deprecabile da comunque i suoi frutti.Qui so tutti magri, le gambe delle ragazze difficilmente si toccano mentre camminano e le pance dei ragazzi difficilmente sono lisce. Che mangiare carne tutti i giorni faccia bene?.
L'altra sera al ristorante cabrera (stracolmo di turisti ma comunque buono) con 11 euro ho ordinato il piatto qui sotto.Impegnativo ma fattibile.
Sul menù c'è scritto "lo chef consiglia di condividere i piatti"; da napoletano ho interpretato subito la cosa come "per assaggiare più pietanze nun v' pigliat' a stessa cos'"... invece quello era serio e si riferiva alla quantità(!), invitava ad ordinare un solo piatto in due, ed a quanto ho capito qui è cosa comune.


venerdì 23 gennaio 2009

o' pallone

O' pallone è a cchiù bella cos e questo si sa. Gli argentini nascono praticamente con la palla attaccata al piede. Anche se non ho ancora visto molti "giocatori di strada" il calcio è una presenza costante.
Il nome di Maradona ricorre un po' dappertutto: dalle vetrine dei negozi, ai giornali, a quelli che quando mi chiedono "a italia de donde?" ed io rispondo NAPOLI, loro subito "aahhhhhh MARADONA!".

L'altro ieri ho giocato la mia prima partitella argentina.Temperatura 30°C, scarpe invernali, campo ricavato sotto ad una superstrada di quelle che tagliano la città scaricando i famosi fumi neri.Eh si a qualcuno sarà pur venuto in mente che qui sotto le case non ci stavano bene ed allora hanno ben pensato di farci dei campi di calcetto.


Siamo a Santelmo, a pochi minuti da qui c'è lo stadio del Boca, il livello di gioco sugli altri campi è molto elevato.Fortunatamente sono venuto a giocare con gente mediamente panzuta e che come me dopo i primi 15 minuti già sembra che stanno buttando il sangue (tipica espressione napoletana per dire che non ce la fanno più).
Alla fine non sto manco messo così male e faccio pure 3 goal, ma ovviamente alla fine c'è qualcuno che si avvicina e ridendo sotto i baffi mi fa "italiano catenaccio".Alla fine ci sanno tutti quanti.





A buenos aires ci sono 21 squadre di calcio ufficiali, il campionato argentino ne conta una ventina ed una decina sono della capitale (Boca Junior e River plate, eterne nemiche, in testa). Anche qui c'è prima e seconda e divisione e a quanto pare anche qui ci sono una marea di imbrogli (pare che il river plate lo scorso anno dovesse retrocedere ma poi grazie alla fantamatematica delle regole sia rimasto in serie A). Tutti conoscono Pocho (che poi non ho capito se significa pollo...boh) Lavezzi (che giocava con il San Lorenzo) e che gioca col Napoli, ma secondo me non hanno ancora capito che sotto al vesuvio lo stanno per santificare.


Mò è estate ma appena riprende il campionato una partita me la vado a vedere. Intanto faccio un po' di allenamento che non fa mai male, qui giocano tutti ed ho già due appuntamenti fissi il lunedì e i mercoledì.


PS: no alla chiesa maradoniana ancora non ci so andato. Aquanto ho capito sta a Rosario che è una città alle porte di Buenos Aires... ma mò mi organizzo ovviamente




mercoledì 21 gennaio 2009

¡Colectivos!

Come gia' accennato i colectivos sono i mezzi pubblici piu' usati a Buenos Aires. Si muovono per le arterie della citta' come fossero colesterolo. Croce e delizia dell'orgoglioso popolo pórteño nonostante siano evidentemente responsabili di gran parte dello smog della ciudad.



Forse mi ci abituero' anche io, ma per ora mi sembra ancora assurdo la quantita' di fumo nero che e' capace di tirare fuori una di queste carrette ad ogni singola partenza. La gente sembra manco vederla, mentre il mio corpo d'istinto ancora porta la mano alla bocca.
Se uno di questi autobus girasse per napoli le jastemme della gente sarebbero assicurate.
Ieri ho rischiato di rimanere bloccato al centro perche' non avevo moneta. Il punto e' che non esistono biglietti´per il colectivos.Il biglietto si fa quando sali -->Passi davanti al conducente --> gli dici la destinazione o direttamente quanto devi pagare--> lui pigia qualche tasto su una tastiera--> tu inserisci le tue monete ( e la macchinetta accetta SOLO monete) --> ed esce stampata una striscetta di carta fetente che pare tanto tanto si stracci in mano.

Non so se esistono i controllori ne' se esiste qualcuno che prova ad imbucarsi dalla porta di dietro, ma la regola che si sale davanti e si scende da dietro e' semplice universale ed efficace; non so perche' in italia provincia che vai autobus che trovi e alla fine soprattutto al sud si entra e si esce un po dappertutto.

Io avevo monete solo per un peso e allora ho fatto la mia bella fila sul marciapiede, mi so buttato sul 140 ed ho detto all'autista tra i denti "un peso"; allora lui mi ha guardato come se volesse dirmi "¿uaglio´ma si scem' o fai o scem'?".

Eh si perche´da domenica scorsa la corsa minima che prima era di 0,80 pesos (che poi qui si chiamano ARS e si rappresentano con il dollaro $ mentre i dollari veri, quelli americani, con U$) ora e' di 1,10 pesos (che poi col cambio a 4,5 sarebbero circa 22 centesimi di euro).

Quindi ho dovuto fare la fila controcorrente, che pure e' stata un'esperienza, e cominciare la ricerca dei dieci centesimi.


Praticamente, per le ragioni di cui sopra e per il fatto che non c'e´un sistema di biglietteria integrato (Napoli sta milioni di anni luce avanti in questo senso) il "cambio", ovvero le monetine, vanno a ruba, e difficilmente si trova un porteño pronto a privarsene.

Gira anche la leggenda metropolitana secondo cui le compagnie di colectivos facciano una mafia delle monetine rivendendole ad un prezzo maggiorato.

Per fortuna alla fine ravanando nello zaino ho trovato una monetina da dieci e sono riuscito a salire sul successivo.


C'e' da dire che i colectivos non hanno una tabella oraria, ma passano molto spesso, quindi diciamo hanno una certa regolarita´ liquida per cui non si aspetta mai piu' di 15 minuti. Per di piu' il servizio e' garantito 24h se pur con frequenza minore durante la notte.

Per una Napoli grande 7 volte Roma non e' male come servizio, considerando anche il fatto che ci sono 5 linee di metropolitana che non riescono a coprire capillarmente la rete stradale.


Una cosa difficile e' capire quale colectivo prendere, visto che nonostante l'insegna con numero a prova di miope spesso e volentieri la stessa linea segue diramazioni diverse e ancora non ho capito bene come si fa a capire quale ti serve. Per fortuna c'e' un sito che permette di capire che linea prendere a seconda della destinazione; anche perche' col fatto che la citta' e' completamente squadrata, punti di riferimento, almeno per me, non ce ne sono tanti, e la stessa strada puo' percorrere l'intera citta´manco fosse spaccanapoli.


Da sapere: il conducente (che poi mi sa che ogni conducente ha il suo colectivo personale) apre le porte prima dell'arresto del mezzo e le richiude dopo la ripartenza. All'occorrenza apre le porte per far scendere "al volo" chi lo richieda, per esempio quando e' fermo al semaforo rosso.

Quando appena ripartiti da una fermata a prenotato la fermata successiva, ed al successivo rosso il conducente mi ha aperto ed ha visto che non scendevo, mi ha guardato sdegnato attraverso lo specchietto retrovisore.


Da sapere 2: se quando arriva l'autobus non gli si fa un deciso cenno di mano non si fermera' mai a raccogliervi

lunedì 19 gennaio 2009

il primo giorno

Eccomi qui, al 21esimo piso (piano) di una torre nera di due (le nipoti delle torri gemelle) a lavorare a Buenos Aires.


L'ufficio e nuovo e tutto e' lindo e pinto, la gente simpatica, disponibile, e per la maggior parte con parenti italiani, pronti a sfoderare qualche parola dal DNA per venire incontro al mio pessimo castillano, che poi sarebbe lo spagnolo, che in spagna si leggerebbe "casti-iano" e qui invece si legge "casti-sciano" o giu' di li'.


Temperatura media all'esterno 28°C circa, ma ovviamente qui dentro saranno 16°C e fa molto freddo... un alibi per poter vestire di giacca e camicia?le finestre sono fuori moda e quindi mi dovro' adattare.


Da qui si vede la ciudad perdersi a vista d'occhio tra palazzi mal messi e qualche grattacielo futuristico che fa l'occhilino a quello dove sono io chiedendosi cosa ci fanno in mezzo a sto caos.
In realta' il caos non c'e' perche´qui ora e´estate e quindi la maggior parte dei porteños (cosi si chiamano gli abitanti di buenos aires che nacque come porto) e´in vacanza; meta' di essi sta a mar de plata che a quanto ho capito e´come se fosse una bella copia di scalea per i napoletani.

La citta veste un velo sottile di smog manco fosse il cristo velato, ma sono sicuro che a marzo quando tutti saranno rientrati il velo sara' sostituito da un golfino!

Sono arrivato in ufficio con il mio primo colectivo, che poi sarebbe il pullman (quello che fuori napoli si chiama autobus), ho preso il 140, si sale davanti e c'e´una macchinetta pilotata dall'autista per fare i biglietti che vengono stampati al momento su un pezzetto di carta.

Il concetto fondamentale e´che non c'é bisogno di controllore.Ovvio che ho pensato " si vabbe´ma quando poi c'e il bordello chist comm fa?" e mi sono pure dato una risposta: prima di tutto oltre al "mio" 140 ce n'e´uno dietro e uno avanti, quindi i colectivo (che poi qui li chiamano bondi o una cosa del genere) sono ad alta frequenza e la gente non intasa gli ingressi, poi la gente a bordo marciapiede nonostante il delirio della citta, attende in fila (!!!) e in fila sale (che poi sale in spagnolo significherebbe 'esce' e quindi forse percio' a napoli si dice 'jesc' aint', ovvero esci dentro ) e quindi forse ma forse si potrebbe usare lo stesso metodo a napoli.... no?



Qualcuno di ritorno dal mare ha portato degli alfajores da compartir-> "paste da spartire"; dei dolci tipici (¿gli unici?) fatti con dulce de leche, che poi sarebbe l'equivalente della nutella ma fatto come di un frullato di caramelle mou da spalmare. Non potevo rifiutare nonostante la mia dieta.Ne mangio meta' ora e meta' dopo cosi forse il corpo riesce ad assimilarlo meglio.


Perché questo blog? dopo 4 anni e mezzo a Roma vivere a buenos aires e´un po come tornare a Napoli e allora mi piacerebbe confrontare queste due citta cosi lontane e cosi vicine che non si sa mai l'una potrebbe imparare qualcosa dall'altra e viceversa (che poi qui pure si dice viceversa) e poi perche´dove vai vai incontri persone che hanno nonni zii cugini o nipoti italiani e spesso di napoli, immigrati qui una vita fa e forse mai piu tornati. E allora se loro non so tornati a napoli un po di napoli e tornata da loro in pieno stile maometto e la montagna o anche birra e tarallo.

Per la cronaca tutti gli italiani qui li chiamano Tanos, che poi viene da "napoletanos" perche´pare che tutti gli immigrati del sud dicessero che erano di napoli perche´era la citta´di riferimento piu vicina... che poi se tutti sti napoletanos erano venuti a stare qui, a napoli chi era rimastos???