mercoledì 22 aprile 2009

Comida - pescado

Buenos Aires da' le spalle al mare (che poi non è mare ma è la foce del fiume).
Il pesce è bandito dai menù, relegato alla quarta o quinta pagina in uno sparuto ed insapore numero di declinazioni e secondo me a molti l'odore del pesce fa venire il prurito.
Al ristorante posso considerare decenti solo il "fillet", ovvero il baccalà fritto, e le rabas, ovvero i calamari, che però cuociono in pastella e non si sà perchè sono sempre accompagnati dalla dicitura "alla romana".
All'inizio pensavamo che vabbè, "magari non lo preferiscono ma ci sarà un posto in cui mangiare bene pesce...".
Ne abbiamo assaggiati un paio e ci abbiamo rinunciato.
Allora ci hanno detto che "se ti vuoi fare una grande mangiata di pesce devi andare in uruguay". Noi ci siamo andati e ci abbiamo ricavato la brotula fritta e le solite rabas, nel caso migliore.
Abbiamo cercato una pescheria, e tutti erano pronti a dire "certo in ogni barrio trovi una pescaderia", ma quando poi chiedevi un indirizzo esatto ti confessavano in realtà di non saperlo.

Dopo una lunga ricerca ho trovato due pescaderia: una sta tra Cordoba e Llorrea, l'altra tra Cordoba e Lavallajea (ma ancora non l'ho provata).
Ieri dopo 4 mesi di astinenza da pesce sono tornato a casa con due bei calamari, cinque triglie cicciotte e due tranci di tonno, che chiamano rosso ma in realtà è bianco.
Il tutto fresco e per la modica cifra di 25 pesos, che poi sarebbero 6 euro circa.
Coi calamari ho fatto un sughetto coi piselli, le triglie le ho fritte e il tonno l'ho scottato alla piastra.
E' stata la mia rivincita sui porteni, la mia dose di mare, la mia personale "granda magnat e pesc'".

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