mercoledì 1 aprile 2009

Sentirsi a casa, ma anche no.

L'altra sera tornando a casa in bici mi sono perso. Ancora non ho capito bene che strada fare. Ida y vuelta (andata e ritorno) a Buenos Aires non possono mai essere le stesse, le strade si incrociano geometricamente e ottusamente tagliano tutta la città sempre con lo stesso senso.
La ciudad è squadrata ed ogni "cuadra" (che poi sarebbe un isolato) è individuata da quattro strade, per cui per esempio per dire al taxista come portarmi in un punto dico "Tucuman entre Esmeralda y Suipacha".
All'inizio è un casino perchè non ci sono punti di riferimento: alla fine pure. Però dopo un po capisci che le arterie principali partono tutte dal lato fiume e la numerazione prosegue sempre di pari passo; per cui, per dire, è un po come giocare a battaglia navale, e se uno ti dice "sta su corrientes verso il 1500" tu sai che è alla stessa altezza di Cordoba o Santa Fe e quindi se caso mai ti ricordassi la strada perpendicolare a quella altezza il gioco è fatto.

Si vabbò ho capito non si capisce niente, e infatti alla fine per evitare Cordoba, che è un unico fiume di smog mi sono addentrato nelle varie cuadra guidato solo dalla mia bussola interna.Quando mi ero ormai perso un tassista mi ha chiesto indicazioni per Paraguay, io mi sono sentito molto a casa, ma non ne avevo alcuna idea di dove fosse paraguay, ma per rimanere nel personaggio del Delfo porteno però con decisione gli ho detto "creo que es para alla" indicandogli una direzione a caso.
Poco ho svoltato, e magicamente mi sono ritrovato esattamente nello stesso punto in cui avevo lasciato Cordoba (!).
A quel punto ho rinunciato all'illusione dell'alternativa salutista e ho proseguito fino a casa su Cordoba come fossi un pinguino in un porcile.

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