mercoledì 25 febbraio 2009

Taxi

Paese che vai Taxista che trovi, a buenos aires ce n'è per tutti i gusti, dal pazzo spericolato al nonno col cappello, dal pischello strafatto (si, era strafatto) al servo muto, detentori della memoria topografica della ciudad sono spesso di origini italiane.

A buenos aires mi è capitato di prendere i 120KM/h in taxi, a quella velocità stai zitto e guardi le oscillazioni ipnotiche del rosario sempre appeso allo specchietto e ti senti un tuttuno con la lamiera gialla e nera.
Totale fiducia. Bisogna avere totale fiducia nel guidatore e non titubare nemmeno quando fa il pelo ad altri oggetti in movimento... sarebbe q
uasi offensivo nei suoi confronti.

Oggi andando all'ufficio immigrazione per ottenere il visto ne ho beccato uno che anni fa era stato napoli per un interscambio tra militari argentini ed italiani ed era stato a napoli all'accademia della nunziatella. A parte non aver assaggiato la pizza (non ho infierito su questo aspetto, dubito tornerà mai a napoli) si è discusso di qualsiasi cosa.
Mi ha molto colpito l'argomento Diego Armando, quando mi ha detto che i carabinieri italiani riportavano direttamente ai militari argentini per tenerli informati sui suoi movimenti e sul suo consumo di droga... ma non avevano niente di meglio da fare?

La cosa buona di buenos aires è che ci sono un monton di taxi e la corsa media può variare dai 10 ai 20 pesos, ovvero da 2 a 5 euro circa... tal e qual a napoli dove per fare piazza dante vomero meno di 10 euri non se ne vanno!


2 commenti:

  1. A proposito... visti i parallelismi con napoli, ma a parte i taxisti, come guida la gente?

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  2. qui pare che sia uso comprarsi la patente... la sensazione è che i comuni guidatori non si discostino molto dalle pratiche tassiste

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