lunedì 8 giugno 2009

e-Migrante

Gli italiani che si sono trasferiti in argentina, a ridosso delle due guerre mondiali, sapevano da cosa fuggivano e non sapevano a cosa andavano incontro ( un po' come Lello). Quando poi l'hanno scoperto era troppo tardi per tornare a casa. E allora si sono messi con le spalle al mare ed hanno cominciato a figliare.

Oggi grazie a facebook chiunque dei miei più o meno amici può sapere con un'approssimazione di circa tre strappi di cartigienica, l'istante esatto in cui sto cacando. Più difficile fargli sentire il profumo della carne e la puzza della carne, fargli capire quanto è bello girare in bici per Belgrano e quanto si intreccino sotto gli occhi di tutti ricchezza e povertà.

Due settimane fa ero a Napoli, giusto per il tempo necessario a ricordarsi quanto è bella.
Ormai divido i napoletani in quelli che sono rimasti e quelli che se ne sono andati. O forse a fare questa distinzione sono solo quelli che restano, perchè in realtà uno napoli se la porta appresso tatuata, sempre, e non se ne può liberare neanche quando vorrebbe.

Napoli è un'isola, nello spazio e nel tempo, una discontinuità nel progresso umano (nel senso buono eh!), un'eccezione che fa godere la regola.Buenos Aires per molti motivi ne è la succursale ideale, e questo mi aiuta a decifrare ed interpretare alcuni meccanismi.

"Vabbè ma tu te ne sei andato non puoi parlare". Andersene da Napoli. Non si capisce se significa uscire da Napoli o entrare da Napoli, quello che è certo è che varcare la soglia equivale ad una delle fasi della crescita che non sempre è contemplata per i nascituri partenopei. Una sorta di rescissione del cordone ombelicale che è anche peccato mortale, rinuncia alla madre, quasi offesa del padre, a cui non si può essere preparati. Così i napoletani ti fanno sentire quando te ne vai. O forse ti ci senti tu così, proprio perchè sei napoletano.

La città si regge su un equilibrio assiomatico che non è possibile mettere in discussione. La camorra c'è "ma tanto tutto il mondo è paese e rubano pure a Lugano", ogni tanto qualche cocainomane tira schiaffi alla gente da motorini in corsa "ma puoi uscire tranquillamente quando vuoi, basta che stai attento", lavoro non ce n'è "ma se conosci qualcuno è sempre meglio", la pizza la fanno in tutto il mondo "si ma come la fanno a napoli!", X è un piatto tipico di Y "si ma come lo fanno a napoli!", provi a non farti rubare niente perchè se no prima di tutto "è colpa tua che sei stato poco attento" ed oltre all'incazzatura ti devi prendere pure lo 'scuorno' in faccia.

Il tempo necessario a capire che Napoli non è una città normale è quello che va dal farsi verde del semaforo al primo segnale di clacson, matematicamente suonato dall'ultimo in coda. Stamattina mi è successa la stessa cosa all'incrocio tra Paraguay e Jean Jaurès e mi sono sentito a casa e per l'ennesima volta mi sono chiesto "ma che cazzo bussa a fare se poi al prossimo incrocio si incazza se è primo e gli altri indietro bussano?". Non mi sono mai dato una risposta.
Napoli vive in un loop, un circolo vizioso in cui si è contemporaneamente i primi e gli ultimi, i più sfigati (che già sfigato uno a Napoli lo dice solo se è tornato da un weekend a Roma o Milano) e i più dritti, i te lo metto in culo io prima che me lo metti in culo tu, i farò-dirò e gli 'io speriamo che me la cavo', quelli che rubano e quelli che sono derubati, quelli che se ne sono andati e quelli che restano. La città gode della stessa energia che tiene in equilibrio un protone ed un elettrone in una molecola di caffè (che a Napoli fa elemento a parte).

Ma se non fosse quella che è, Napoli non sarebbe Napoli, sarebbe come una puttana che non si prostituisce o un prete che non pecca.
Se è vero che Napoli è il mondo, condensato tra il vesuvio e il mare, è vero anche che il mondo non è Napoli, che chi se ne va non dimentica quello che ha vissuto mentre spesso chi resta si rifiuta di ascoltare chi torna.

Che poi io da Napoli manco me ne volevo andare. Io volevo restare. Per cambiarla, migliorarla. Ma io mi domando e dico: chi sono io per cambiare Napoli?





2 commenti:

  1. che poi se napoli peggiora è tutto normale, è tutto napoli.Se napoli migliora la cosa spiazza.

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  2. ..quanto ti capisco...quella sensazione di averla tradita....una mancanza forte dolorosa....nello stesso tempo inevitabile...

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