Il napoletano ovunque vada resta collegato a napoli da tre fili invisibili: uno parte dalla bocca, uno dal cuore ed uno dal culo.
mercoledì 18 novembre 2009
Sfogliatella
Il napoletano ovunque vada resta collegato a napoli da tre fili invisibili: uno parte dalla bocca, uno dal cuore ed uno dal culo.
martedì 10 novembre 2009
lunedì 2 novembre 2009
Orgoglio Bapoletano
L'orgoglio è una gabbia, una scatola chiusa che non si può aprire, che è vuota ma che vale la pena custodire gelosamente, senza guardarci dentro, per scaldarsi quando fa freddo e trovare una risposta plausibile a domande che non piacciono.
L'orgoglio dei popoli fa comodo al solito qualcuno, aizza le masse, le une contro le altre, e quando la polvere è alta via a fottere in ogni lato, in ogni modo, l'ogoglioso supino e l'orgogliente gaudioso.
Io ho vissuto per anni l'orgoglio napoletano, non quello calcistico, non solo. Quella sensazione che ti inietta adrenalina nei muscoli e ti fa essere sicuro di essere nel posto più bello al mondo, che stuort' o muort' con tutti i suoi problemi resta sempre unico, degno di tanti sacrifici e privazioni.Cresci con questa scatola attaccata al collo, la curi manco fosse un tamagochi, ci attacchi sopra scritte e frasi fatte, poi un giorno oltrepassi i patri confini e ti chiedi per la prima volta cosa ci sia davvero dentro.
Che delusione quando apri la scatola e capisci che è vuota, che ti hanno mentito, che in realtà bisognerebbe essere orgogliosi solo delle propire buone azioni, e non di quello che presuppostamente si è e si ha per diritto di anagrafe.Ti liberi della scatola ma ti resta il vuoto, soffocante.
Quando provi a parlarne con i napoletani, i miei amici, le persone con cui sono cresciuto, quelle che incontri per strada, di diverse estrazioni sociali e culturali, il commneto più frequente è " vabbè ma tu te ne si ghiut' nun può parlà", come a dire che una volta aperta la scatola non si ha più diritto a giocare nè tanto meno a rompere le palle agli altri lanciandogli messaggi subliminali del tipo che per esempio che si può vivere anche senza friarielli, che in argentina la pizza fa schifo ma per gli argentini è la pizza più buona del mondo, che è vero che tutto il mondo è paese ma che la merda che la politica ha fatto a napoli negli ultimi 20 anni non l'ha fatta in nessun'altra parte d'europa, che non è vero che se cadi a bergamo nessuno ti da una mano e se cadi a napoli c'è la fila di persone pronte ad alzarti, che non è vero che al nord non hanno il senso dell'umorismo,che non è vero che se vuoi avviare un'attività in proprio devi per forza pagare il pizzo, che non è vero che Napoli è l'unica Napoli possibile.
Essere napoletano diventa spesso un alibi ed uno strumento di difesa, un auto assoluzione ed un 'ultima speranza.
Il napoletano si difende ponendo le spalle al vesuvio, come fosse un padre in cui si vuole credere ma di cui non ci si può fidare. Così i porteni danno le spalle al Rio, al barco, all'europa da cui discendono e da cui sono stati abbandonati, e si difendono, da un sudamerica che non gli è proprio ed al quale non vorrebbero mai essere associati per paura di appartenere ad una negra normalità.
Io sono di quei napoletani innamorati di napoli, incazzati con napoli e con i napoletani e quindi anche con me stesso.Mi sento spesso come deve sentirsi un collaboratore di giustizia nei confronti di quelli che erano i suoi complici nel malaffare, ripudiato, abbandonato, per aver commesso il reato di aprire quella scatola, aver scoperchiato l'ovvio, aver svuotato l'orgoglio.
Forse rinunciare a quella scatola potrebbe voler dire guardarsi dentro e riscoprire le cose belle che dalla scatola stanno fuori e di cui sì si può essere veramente orgogliosi, ma se nessuno lo fa forse queste cose non ci sono e andrebbero costruite da zero, ma tornare a zero è difficile e forse ci può riuscire solo o' reset.
Meglio di mille parole una canzone
giovedì 24 settembre 2009
Batman
Se la chiesa cattolica è sempre stata vincente perchè ha saputo avvolgere le culture locali in un robusto sistema di credenze capace di adattarsi a tutti, dai filippini a puteolani, con batman è accaduto il contrario.
Tutto questo cappello, o cappella a seconda del lettore, per dire che alla fine i simboli stigmatizzati della subcultura predominante sono stati trasformati in pochi passi in un ritratto parodia dei tick di ogni popolo.
In questo Napoli e Buenos Aires sono inconsapevoli gemelle.Ci sono interi show fatti con poco e niente, fatti soltanto di un costume e un chiste, quasi sempre ispirato dalla possibilità di fare di un difetto un pregio, o almeno uno spunto per una risata.
lunedì 21 settembre 2009
Largentina.org
E' da un po che sono entrato a far parte del team del guru (tanoka.net), e niente continuo a scrivere qui cose più pertinenti alle analogie napoletanoportene, lì considerazioni più a largo spettro sulla vita argentina. Vi consiglio di dargli una letta. Ma 'vi' consiglio a chi poi? c'è qualcuno lì fuori che legge? boh.
giovedì 17 settembre 2009
Targhe napoletane
martedì 25 agosto 2009
Teorema di Stanlio e Olio
Napoli o Buneos Aires?
venerdì 21 agosto 2009
Sul Sole24ore
Caffè chi beve?
Cromagnon e la vernice
Gardel y la gripe
giovedì 6 agosto 2009
La festa del semaforo
giovedì 30 luglio 2009
Pelopincio
lunedì 27 luglio 2009
Gripe porcina, ovvero influenza umana
lunedì 29 giugno 2009
Parcheggiatori abusivi
giovedì 25 giugno 2009
La cola
Comida - Medialunas
La medialuna sarebbe il cornetto. A buenos aires ricadono nella categoria delle 'facturas', ovvero i dolci da colazione (che poi in generale li si può mangiare tutto il giorno) che si comprano a 'docena', ovvero a dozzine.Mediamente una docena di facturas costa 15 pesos, ma anche meno.
mercoledì 24 giugno 2009
Comida - Chincharrones
martedì 23 giugno 2009
Quattro frecce <-->
domenica 21 giugno 2009
Festa del papà
Ieri mattina sul presto ha bussato alla porta di casa un ragazzino, 18 anni al massimo, tutto ingiacchettato e vestito di un falso sorriso smagliante pronto ad appiopparmi un simil profumo di quinto ordine dal nome improponibile.
Fa anche lui parte dell'indotto del dia del padre.
venerdì 19 giugno 2009
Questione di font
mercoledì 17 giugno 2009
Burocrazia I
martedì 16 giugno 2009
SMS e fregature, ovvero il costo di un accento
Con 7 bit si riescono ad indicizzare fino a 128 simboli, che poi sarebbero lettere maiuscole e minuscole, numeri e caratteri 'speciali' (quelli che appaiono tenendo premuto l'asterisco).
L'alfabeto spagnolo ha anche alcuni simboli che non sono inclusi nell'alfabeto GSM descritto, come ad esempio la 'ò' però con l'accento dall'altro lato (non c'è manco sulla mia tastiera italiana) o la 'u' come in 'música'.
Casta
Ieri mi ero perso girando per recoleta (che per un napoletano non so perchè è la 'recoletta'), e i coomenti sulla recoletta meritano un altro post.
Ho chiesto indicazioni ad una ragazza e questa ha girato la faccia e se n'è andata.Senza rispondere.
Ora io capisco che magari i miei amici negri dalle loro bici, da dietro la gabbia invisibile a volte stendano la mano e magari a volte possono essere anche molesti, ma che c'entro io?
Uno di questi giorni esco in giacca e cravatta, mi metto una maschera bianca anonima, e me ne vado per calle florida a vedere le facce che fa la gente.
Si che è un paese cattolico, che "siamo tutti uguali", in realtà ci sono i coloni e gli schiavi e ai semafori i lavavetri mi sorridono e salutano solo perchè sono in bici.
Continuo ad essere convinto che tutto ciò possa essere cambiato, ma continuo a non vedere volontà di farlo ma solo ottusaggine negli occhi della gente, e allora vaffanculo domani mi metto di nuovo la mascherina antismog.
venerdì 12 giugno 2009
Panzarotto
Piccolo, spazio, pubblicità
Questione di lettere
giovedì 11 giugno 2009
Lumfardo spicciolo
mercoledì 10 giugno 2009
Via Napoli
martedì 9 giugno 2009
Forchetta e cucchiaio
lunedì 8 giugno 2009
e-Migrante
venerdì 15 maggio 2009
Mate
giovedì 14 maggio 2009
Polarizados
martedì 12 maggio 2009
Inverno
lunedì 4 maggio 2009
N+1
mercoledì 22 aprile 2009
Comida - pescado
giovedì 16 aprile 2009
Pronto?
mercoledì 15 aprile 2009
Barrio
Per capire quanto è grande buenos aires ecco una lista di tutti i quartieri (barrio) di Buenos aires. chissà se in due anni riuscirò a vederli tutti. Qualcuno lo taglierò di striscio, qualcun altro manco saprò di averlo attraversato. Quello che so è che pur ricalcando sempre lo stesso schema ogni barrio ha una sua identità.
lunedì 13 aprile 2009
Semana Santa
mercoledì 1 aprile 2009
Sentirsi a casa, ma anche no.
La ciudad è squadrata ed ogni "cuadra" (che poi sarebbe un isolato) è individuata da quattro strade, per cui per esempio per dire al taxista come portarmi in un punto dico "Tucuman entre Esmeralda y Suipacha".
All'inizio è un casino perchè non ci sono punti di riferimento: alla fine pure. Però dopo un po capisci che le arterie principali partono tutte dal lato fiume e la numerazione prosegue sempre di pari passo; per cui, per dire, è un po come giocare a battaglia navale, e se uno ti dice "sta su corrientes verso il 1500" tu sai che è alla stessa altezza di Cordoba o Santa Fe e quindi se caso mai ti ricordassi la strada perpendicolare a quella altezza il gioco è fatto.
Si vabbò ho capito non si capisce niente, e infatti alla fine per evitare Cordoba, che è un unico fiume di smog mi sono addentrato nelle varie cuadra guidato solo dalla mia bussola interna.Quando mi ero ormai perso un tassista mi ha chiesto indicazioni per Paraguay, io mi sono sentito molto a casa, ma non ne avevo alcuna idea di dove fosse paraguay, ma per rimanere nel personaggio del Delfo porteno però con decisione gli ho detto "creo que es para alla" indicandogli una direzione a caso.
Poco ho svoltato, e magicamente mi sono ritrovato esattamente nello stesso punto in cui avevo lasciato Cordoba (!).
A quel punto ho rinunciato all'illusione dell'alternativa salutista e ho proseguito fino a casa su Cordoba come fossi un pinguino in un porcile.
Giornalaio
martedì 31 marzo 2009
San Antonio Areco
lunedì 30 marzo 2009
Il ragù e la protesta nel campo
Primo giorno in bici
venerdì 27 marzo 2009
Fernet
Cartoneros
mercoledì 25 marzo 2009
Lavarropa
giovedì 19 marzo 2009
Che
lunedì 16 marzo 2009
La mano de dios
En una villa nació, fue deseo de Dios,
crecer y sobrevivir a la humilde expresión.
Enfrentar la adversidad
con afán de ganarse a cada paso la vida.
En un potrero forjó una zurda inmortal
con experiencia sedienta ambición de llegar.
De cebollita soñaba jugar un Mundial
y consagrarse en Primera,
tal vez jugando pudiera a su familia ayudar…
A poco que debutó
“Maradó, Maradó”,
la 12 fue quien coreó
“Maradó, Maradó”.
Su sueño tenía una estrella
llena de gol y gambetas…
y todo el pueblo cantó:
“Maradó, Maradó”,
nació la mano de Dios,
“Maradó, Maradó”.
Sembró alegría en el pueblo,
regó de gloria este suelo…
Carga una cruz en los hombros por ser el mejor,
por no venderse jamás al poder enfrentó.
Curiosa debilidad, si Jesús tropezó,
por qué él no habría de hacerlo.
La fama le presentó una blanca mujer
de misterioso sabor y prohibido placer,
que lo hizo adicto al deseo de usarla otra vez
involucrando su vida.
Y es un partido que un día el Diego está por ganar…
A poco que debutó
“Maradó, Maradó”,
la 12 fue quien coreó
“Maradó, Maradó”.
Su sueño tenía una estrella
llena de gol y gambetas…
y todo el pueblo cantó:
“Maradó, Maradó”,
nació la mano de Dios,
“Maradó, Maradó”.
Sembró alegría en el pueblo,
regó de gloria este suelo…
Olé, olé, olé, olé, Diego, Diego.
Traduzione:
Nacque in una Villa (leggi Viscia = quartiere malfamato), fu un desiderio di Dio,
per crescere e sopravvivere in maniera modesta
affrontare le avversità
conquistando con fatica la vita passo dopo passo
Sul campo crebbe, il mancino immortale
con esperienza, assetato di ambizione di farcela
da piccolo sognava giocare un mondiale
e consacrarsi nella prima divisione
e magari aiutare la sua famiglia...
Poco dopo che cominciò
“Maradó, Maradó”,
la 12 fue quien coreó
“Maradó, Maradó”.
il suo sogno era una stella
pieno di goal e sgambate
e tutto il popolo gridò:
“Maradó, Maradó”,
nació la mano de Dios,
“Maradó, Maradó”.
scese allegria sulla gente,
riempì di gloria questa terra…
Si caricò una corce sulle spalle per essere il migliore,
per non vendersi mai affrontò il potere.
Inciampò in una debolezza, Gesù lo volle,
perchè lui non lo avrebbe fatto..
La fama gli presentò una donna bianca
dal sapore misterioso e dal piacere proibito,
che lo constrinse al desiderio di provarla ancora
intrappolando la sua vita.
Una partita che Diego un giorno vincerà…
Olé, olé, olé, olé, Diego, Diego.